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valladolid. 113


facessero la corte tutti e due alla figlia o alla nipote del Cervantes: tutta la famiglia fu messa in gattabuia. Dopo non molto tempo vennero lasciati in libertà, e non si seppe più altro. Ma anche questa doveva capitare al povero autore del Don Chisciotte, perchè potesse proprio dire d'averne avuta una per sorte!

In quella stessa strada Cervantes, mi son goduto una scenetta che mi compensò a mille doppi di non aver trovato la casa. Passando davanti a una porta, sorpresi al piè d'una scala una castiglianina, di dodici o tredici anni, bella come un angioletto, la quale teneva fra le braccia un bambino. Non trovo parole abbastanza delicate e gentili per descrivere l'atto ch'ella faceva! Una infantile curiosità delle dolcezze dell'amor materno l'aveva soavemente tentata; i bottoni del suo camiciotto erano usciti pian piano dagli occhielli, l'un dopo l'altro, sotto la pressione d'un ditino tremante; era sola, non sentiva rumor nella strada, aveva nascosto la mano nel seno; allora, forse, era rimasta un momento perplessa; ma data un'occhiata al bambino, e sentito rinascere il coraggio, aveva fatto un leggero sforzo colla mano nascosta, e aveva messo fuori quello che poteva; e tenendo schiusi i labbruzzi al bambino coll'indice e col medio, gli diceva con tenerezza: "Héla aqui" (eccola qui), e aveva il volto color di foco, e un sorriso dolcissimo negli occhi. Sentito il mio passo, gettò un grido, e scomparve.

Invece della casa del Cervantes, trovai, di lì a


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