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madrid. 169

Sfilarono per plotoni. Via via che passavano, a un cenno del comandante gridavano: — Viva el Rey! Viva Don Amadeo primero!

Il primo ufficiale che lanciò il grido ebbe una idea infelice. L'evviva gridato spontaneamente dai primi diventò come un dovere per tutti gli altri; e fu cagione che il pubblico pigliasse la maggior o minor forza ed armonia delle voci come segno di dimostrazione politica. Alcuni plotoni gridavano un evviva così fioco e corto, che pareva la voce d'un gruppo di malati che chiedessero aiuto: allora la folla prorompeva in risa. Altri plotoni gridavano a squarciagola, ed anco il loro grido era interpretato come una dimostrazione di ostilità alla dinastia. Varie voci correvano fra la gente serrata intorno a me. Uno diceva: — Ora viene il tal battaglione, è un battaglione di repubblicani, vedrete che non grida. — Il battaglione non gridava: gli spettatori tossivano. Un altro diceva: — È una vergogna, una mancanza d'educazione; a mi tampoco me gusta Don Amadeo, pero callo (taccio) y respeto. — Vi fu qualche litigio. Un giovinastro gridò viva con voce in falsetto, un caballero gli diede dell'impertinente, quegli si risentì, alzarono tutti e due le mani, un terzo li divise. Tra battaglione e battaglione passavano cittadini a cavallo; alcuni non si levavano il cappello, e fissavano nondimeno il Re; e allora si sentivan nella folla voci diverse come muy bien e mal criado. Altri che avrebbero voluto salutare, non salutavano per paura; e passavano col capo basso e