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sempre; ve ne son dei vigliacchi, che vanno incontro al picador, s’arrestano, e dopo un istante di esitazione, fuggono; altri, dopo il primo assalto, non assaltan più; altri, d’indole mite e benigna, non rispondon neanco alle provocazioni, si lascian venire addosso il picador, si lascian piantare la lancia nel collo, danno indietro, scrollan la testa, come per dire: — Non voglio! —, fuggono e poi si voltano, tutt’a un tratto, a guardare con aria attonita lo stuolo dei capeadores che gl’insegue come se volessero dimandare: — Che volete da me? Che v’ho fatto? Perchè mi volete uccidere? — Allora la folla prorompe in imprecazioni contro il toro vigliacco, contro l’impresario, contro i toreros; e prima qualcuno dei dilettanti del toril, poi gli spettatori della banda del sole, poi i signori della banda dell’ombra, poi le signore, poi tutti gli spettatori del circo gridano a una voce: Banderillas de fuego! — Il grido è diretto all’Alcade; le banderillas di fuoco servono a inferocire il toro; son banderillas munite d’un razzo che s’accende nell’atto stesso che la punta penetra nelle carni, e brucia la ferita cagionando un dolore atroce, e stordisce ed irrita l’animale al punto da mutarlo di vigliacco in temerario, di queto in furioso. Per metter le banderillas de fuego ci vuole il permesso dell’Alcade; se l’Alcade esita a darlo, tutti gli spettatori s’alzano in piedi; e allora è un colpo d’occhio stupendo; si vedon dieci mila fazzoletti che sventolano come le bandierine di dieci reggimenti di lancieri, e formano