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Toledo iniziò l'opera, l'Herrera la compì; i lavori durarono vent'un anno. Filippo II volle che l'edifizio presentasse la forma d'una graticola a commemorazione del martirio di san Lorenzo; e tale è infatti la sua forma. Il piano è un parallelogrammo rettangolare. Ai quattro angoli s'alzano quattro grandi torri quadrate col tetto a punta, che rappresentano i quattro piedi della graticola; la chiesa e il palazzo reale che sorgon da un lato, simboleggiano il manico; gli edifizi interni che congiungono i due lati più lunghi, tengon luogo delle sbarre traversali. Altri edifizi minori sorgono fuori del parallelogrammo, a breve distanza dal convento, lungo uno dei lati lunghi, e uno dei corti, e formano due grandi piazze; dagli altri due lati sono i giardini. Facciate, porte, atrii, ogni cosa è in armonia colla grandezza e col carattere dell'edifizio; ed è inutile ammontar descrizioni su descrizioni. Il palazzo reale è splendidissimo, e convien vederlo, per non mescolar poi disparate impressioni, prima di entrare nel convento e nella chiesa. Questo palazzo occupa l'angolo levante-tramontana dell'edifizio. Alcune sale son piene di quadri, altre tappezzate dal pavimento alla volta di tappeti che rappresentan corse di tori, balli popolari, giuochi, feste, costumi spagnuoli, disegnati dal Goya; altre regalmente mobiliate e parate; il pavimento, le porte, le finestre coperte di meravigliosi lavori d'intarsio e di dorature stupende. Ma fra tutte le sale è notevole quella di Filippo II; una cella meglio che una sala, nuda e squallida, con un'alcova che risponde