Pagina:De Amicis - Spagna, Barbera, Firenze, 1873.djvu/419

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granata. 413


volgo in quella di barca. Questa sala non sembra più opera umana: è tutta un prodigioso intreccio di ricami in forma di ghirlande, di rosoni, di rami, di foglie, che copron vòlta, archi, pareti, da ogni parte e in ogni senso, fitti, attorcigliati, reticolati, sovrapposti gli uni agli altri, e pure meravigliosamente distinti fra loro, e combinati in maniera che si presentano allo sguardo tutti insieme e tutt'a un tratto, ed offrono un aspetto di magnificenza che sbalordisce e di grazia che incanta. Mi avvicinai a una parete, fissai gli occhi sul punto estremo d'un arabesco e provai a seguirne i giri e i rigiri su per la parete; è impossibile; lo sguardo si perde, la mente si turba, e tutti gli arabeschi dal pavimento alla vòlta par che si muovano e si confondano per farvi sfuggire il filo della loro inestricabile rete. Potete fare uno sforzo per non guardare intorno, fissar tutta la vostra attenzione sur un palmo solo di parete, metterci il viso sopra, e seguire il filo col dito: è inutile; dopo un minuto i ricami si scompigliano, si stende un velo tra voi e il muro, e il vostro braccio ricade. La parete pare tessuta come il panno, è crespa come il broccato, forata come la trina, reticolata come una foglia; non si può guardar da vicino; non se ne può fissar nella mente il disegno: sarebbe come voler contare le formiche in un formicaio; bisogna contentarsi di scorrer le pareti con uno sguardo vago; poi riposare, e riguardare daccapo, e riposando, pensare ad altro, e discorrere. Dopo aver guardato un po' intorno coll'aria d'un