Pagina:De Amicis - Spagna, Barbera, Firenze, 1873.djvu/423

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granata. 417


nasce l'indescrivibile fáscino che esercita questa bellezza; e per questo l'Alhambra, tuttochè così deserta e dimezzata, è ancora la più incantevole reggia del mondo, e al vederla per l'ultima volta, gli stranieri versano una lagrima. Gli è perchè salutando l'Alhambra, si dà un ultimo addio ai nostri più bei sogni giovanili, che fra le sue mura si son rifatti vivi per l'ultima volta! si dà un addio a dei visi immensamente cari che hanno rotto l'oblio di molti anni per affacciarsi un'ultima volta in mezzo alle colonnine di queste finestre! si dà un addio a tutti i fantasmi della giovinezza! si dà un addio a quell'amore che non rinasce mai più."

"È vero!" rispose il mio amico; "ma che cosa dirà quando avrà visto il cortile dei Leoni! Venga! corriamo!"

Uscimmo a rapidi passi dalla torre, attraversammo il cortile dei mirti, e giungemmo davanti a una porticina posta di fronte a quella d'entrata.

"Si fermi!" mi gridò il Gongora.

Mi fermai.

"Mi faccia un favore."

"Cento."

"Un solo: chiuda gli occhi e non li apra che quando glielo dirò io."

"Eccoli chiusi."

"Ma badi che ci tengo; se li apre, m'inquieto!"

"Non dubiti!"

Il Gongora mi pigliò per mano e mi condusse innanzi: tremavo come una foglia.


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