Pagina:De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu/36

Da Wikisource.
32 sull'oceano

denza. Amore, alma del mondo. Questo era il grand’affare in quei lunghi viaggi transatlantici. O fosse per effetto dell’ozio, che lasciava troppo libere le fantasie già eccitate dalle molte commozioni dei giorni antecedenti, o per un particolare influsso fisiologico dell’atmosfera marina, congiunto ad una tendenza insolita alla tenerezza, nata dal sentimento della solitudine, era un fatto, mi disse il Commissario, che la “popolazione„ del piroscafo gli dava da pensare e da fare principalmente da quel lato lì, e che quella, per conseguenza, sarebbe stata la frase dominante nella grande sinfonia che avrei sentito suonare per tre settimane. E conchiuse sorridendo:— Se io sapessi scrivere un libro!

Eppure, per quei primi giorni, mi attirò assai di più lo spettacolo dell’arca che quello degli animali. E credo che segua il medesimo a chiunque viaggi per la prima volta in uno di quei colossi che fanno lo scambio del sangue e dell’oro fra i due mondi. Da principio ci si confonde la testa in quel labirinto di passaggi, di cantucci, di nicchie, e in quel via vai di gente dell’equipaggio, d’ufficio e di vestiario diverso, che sbucano e si rimbucano di continuo in una quantità di porticine riposte, somiglianti a