Pagina:De Blasis - Leonardo da Vinci, 1872.djvu/31

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gure, gl’immensi lavori, l’anima ardente, investigatrice, il genio profondo, prepotente, sublime del grande cittadino, del divino poeta, dell’uomo universale, senza pari al mondo, dell’uomo dell’avvenire. Tali impressioni fece sopra di noi la maschera in gesso dell’Allighieri, che tuttora conservasi in Firenze. Potrebbero scorgersi ne’ tratti del viso di Dante i segni delle principali passioni che agitarono la sua vita, cioè: l’amore di patria, dell’unità ed indipendenza italiana, la forma migliore del suo governo, l’odio alla prepotenza dell’invidiosa e geloso straniero ed all’abuso vigliacco delle sue forze; l’odio ad ogni sorta di tirannide; l’amore ed il rispetto alla vera religione, alla saggia morale, alle sante virtù, alla giustizia, all’umanità 10.

Un tipo del carattere della bruttezza lo vediamo in Terenzio, là Ove descrive nel modo il più vero le fattezze di una donna brutta. Egli la chiama: rufam Cæsiam, sparso ore, adunco naso, cujus exiguo corpori caput ingens, longi pedes, longæ manus, facies contracta, aures promissœ, dentes lividi et color mustellinus. Programma per un pittore od uno scultore.

Il magnifico gruppo del Laocoonte è l’espressione perfetta del vero, dell’energico, del grande, del bello, del sublime, del terribile.

Virgilio, nel lib. 2 dell’Eneide, descrivendo la morte di Laocoonte, sacerdote di Apollo e di Nettuno, e de’ suoi due figli, Antifale e Timbreo, gareggia con lo statuario, e mostra con tutta l’arte e l’ingegno possibile, che la poesia va di pari passo con la scultura. I lettori rileggeranno volontieri i versi del principe de’ poeti latini:


«. . . . . . . . . . . .tela ferentem
Corripiunt (angues) spirisque ligant ingentibus; et jam
Bis medium amplexi, bis collo squammea circum
Terga dati, superant capite et cervicibus altis.
Ille simul manibus tendit divellere nodos,