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suo disegno in modo un po’ secco; gli rimproverano pure una soverchia servile esattezza nell’imitare la natura, sino ne’ minimi particolari. Ma osserveremo che molte opere de’ suoi allievi ad esso vennero attribuite e perciò si credette ch’egli fosse a quando a quando arido, secco e tagliente; però lo fa di rado, e sempre tale difetto venne compensato da infinite bellezze di disegno e da profonde cognizioni artistiche.
La scuola milanese non fece grandi progressi prima di Leonardo, il quale istituì un’Accademia sotto la protezione del governo nel 1492. Fu allora che scrisse il suo Trattato della Pittura il quale si stampò in Parigi nel 1651. Scrisse pure molte altre opere, le quali andarono smarrite quando Milano fu presa da Francesco I. E sempre la Francia contro l’Italia! Perchè?... Per invidia!
Una delle qualità caratteristiche di Leonardo era di saper trovare il giusto mezzo fra la pittura ove il, finito va sino al ricercato, e quella ove il naturale è troppo spoglio d’arte. Colui che impiegò anni nel ritratto della bella Lisa, moglie al fiorentino messer Francesco del Giocondo, mostrò nel dipinto del Cenacolo una maniera larga e ardita. È qui dovere di rimarcare, che nulla indica un genio più vasto, più padrone di sè, quanto questa facoltà di riprodurre con l’eguale facilità i grandi ed i piccoli particolari.
La Gioconda, signora italiana, andò in Francia con Leonardo da Vinci. Nonostante una piccola difformità e l’assoluta mancanza di sopraccigli, fa rinomatissima per la sua bellezza. Il ritratto che ne fece il grande pittore è uno dei più belli che si possano vedere; — fu comperato da Francesco I. Questo principe fece tale acquisto, dando a Leonardo l’enorme prezzo di 4,000 corone, equivalenti a 45,000 franchi. Questo dipinto trovasi nella galleria del Louvre. (Speriamo che le belve galliche della Comune non l’abbiano petrolizzato.)