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112 | capitolo vii. |
aumento, e non si vide più in giro per la città la caratteristica botte col cartello
A dispetto del diavolo, |
l’aumento non superò mai i due baiocchi la «foglietta». La carne di manzo costava cinque baiocchi la libbra; tre, quella di abbacchio; a gran buon mercato i polli, la caccia e la ricotta, alimentazione sana e preferita dalle classi povere. Per un paolo, cioè per dieci baiocchi, si compravano, nell’estate, trenta uova. Eppure tali prezzi, che oggi sembrano inverosimili, parevano alti, rispetto a quelli di venti anni prima, ed era difatti così, dato il progressivo aumento della popolazione, l’occupazione militare, e il numero sempre crescente dei forestieri. Basso era egualmente il prezzo degli alloggi per tutti, e più per le classi povere, alle quali si volse costante il pensiero di molti Papi, al punto che Pio V abolì alcuni editti dei suoi predecessori, & favore dei locatari poveri, come troppo lesivi al diritto di proprietà. Gregorio XIII li ristabilì con qualche modificazione, e Gregorio XV proibì di sfrattare dalle camere e dalle botteghe gl’inquilini, la cui pigione non superava le lire 200 annue, se puntuali nei pagamenti. E anche gli sfratti erano rarissimi, sia perchè gran parte degli stabili apparteneva ad istituti di beneficenza (ai quali era fatto divieto di trasformare per altri usi le abitazioni della poveraglia), sia perchè era facile ottenere dilazioni, mercè piccoli acconti e buone commendatizie. Ed erano frequenti le esortazioni dei curati ai proprietari, per non farli eccedere nelle loro pretese. Alcune case principesche avevano il lodevole sistema di non aumentare le pigioni, per nessun motivo. Lo stesso Gregorio XV aveva incoraggiato la costruzione di nuove case e l’allargamento delle vecchie, con esenzioni dalle imposte; e Leone XII, con editto del 9 maggio 1826, aveva esonerato da ogni tassa fondiaria, per quasi un secolo, tutte le nuove costruzioni. Il Morichini calcolava che nel 1830 un operaio, con una famiglia di quattro figliuoli, potesse avere un alloggio di due camere e cucina, per non più di 12 scudi all’anno; il qual prezzo, salito via via al doppio sino al 1869, ha oggi raggiunto una cifra veramente scandalosa.