Pagina:De Cesare - Roma e lo Stato del Papa I.djvu/14

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È anche opportuno osservare che su Roma cadono, da secoli, i giudizi più disparati, quali non sono caduti mai su altra città del mondo. Viaggiatori e diplomatici, letterati ed archeologi, novellatori e pubblicisti, donne sentimentali ed erudite, d’ogni parte del mondo, hanno creato, ognuno per sè, una Roma convenzionale od unilaterale, con un corredo di esagerazioni, di pregiudizi e anche di critiche, qualche volta giuste, in omaggio alla cultura e alla tradizione.


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Occorreva risuscitare, nella sua realtà, questo mondo scomparso da quasi mezzo secolo, per cogliere le vere cause di avvenimenti, i quali, osservati con apriorismi settarii o dottrinali, non sono stati giudicati secondo verità; anzi, spesso, a rovescio. La più rigorosa indagine doveva mirare all’uomo, perchè l’eterna materia della storia è lui: l’uomo, laico o sacerdote, nel suo tempo; con le sue passioni, nobili o volgari; co’ suoi ideali di grandezza morale, o con le miserie del piccolo egoismo. Il fenomeno storico, se non diventa realtà nelle sue varie manifestazioni, anche in quelle, che sembrano più trascurabili, è difficile che balzi fuori in tutta la sua sincerità; e ancor più difficile, quando si tratti di storia contemporanea, e di vicende straordinarie, per le quali si formò l’unità politica di un Paese, che