Pagina:De Cesare - Roma e lo Stato del Papa I.djvu/15

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non fu mai unito, ed ebbe termine un potere millenario, che pareva non dovesse finir mai.

Questo libro è in gran parte vita vissuta, così per le memorie mie, come per le altrui. I miei collaboratori sono stati tanti, che non sarebbe possibile indicarli tutti; non pochi sono spariti dal mondo, ed altri son vecchi; ed a costoro il passato torna come un grande ideale, sognato nella giovinezza e raggiunto, o deluso innanzi ad una realtà non preveduta. Le pubblicazioni del tempo, se difettano spesso di precisione e di obbiettività, hanno però la virtù di rivelare le passioni e le esagerazioni del momento. Di questi scritti ho dovuto tener conto, come punto di partenza, per proseguire l’indagine, sempre diretta al fine di riprodurre quel mondo pontificio, sul quale si veniva ingrossando la procella politica, e i cui segni precursori appariscono sin quasi dal giorno che Pio IX ritorna nella sua capitale. Gli avvenimenti, che si compirono nei venti anni, sembrano la conseguenza naturale di quelle leggi storiche, alle quali il papato politico s’illudeva di potersi sottrarre.


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Se alla caduta dello Stato del Papa manca la nota tragica, che ebbe quella del Regno di Napoli, non vi manca la nota drammatica; e l’importanza storica dell’avvenimento è maggiore; è,