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Pagina:De Cesare - Roma e lo Stato del Papa I.djvu/24

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6 capitolo i.

Presidente della commissione era il principe Pietro Odescalchi, presidente dei Lincei, traduttore del de republica di Cicerone, e scrittore di un opuscolo sul rinvenimento e autenticità delle ceneri di Raffaello al Pantheon. Ne facevano parte il marchese Bartolomeo Capranica; l’avvocato Lorenzo Alibrandi; Vincenzo Pericoli, padre del defunto monsignore, e quel piccolo e vivace avvocato Pulieri, amico indivisibile di Camillo Iacobini, tanto indivisibile, che, morto Iacobini, si disse che il Padre Eterno, come se lo vide dinanzi, gli domandasse: E come sta Pulieri?


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Il gruppo dei cardinali era formato, innanzi tutto, dai tre membri della commissione di Stato: Della Genga, Vannicelli e Altieri; dal Barberini, arciprete di San Giovanni, e dal Patrizi, vicario di Roma. Tornarono col Papa l’Antonelli, il Dupont e l’Asquini; il cardinal Mattei preferì attendere il Papa a San Pietro, dove era arciprete. Essendo presenti in Roma i cardinali Ugolini, Bofondi, Vizzardelli, Castracane, Ferretti, Spinola, Lambruschini e Orioli, nessuno seppe spiegarsi perchè questi eminentissimi non si facessero vivi in quel giorno.

La consegna delle chiavi fu la prima cerimonia compiuta innanzi alla basilica. Il Papa, preceduto dallo squadrone francese, e fra le grida: Viva il Papa! Santo Padre, la benedizione! attraversò la porta, e la vettura si fermò agli scalini della basilica. Ne discese fra grida assordanti. I commissari municipali 8’ inginocchiarono innanzi a lui, e l’Alibrandi lesse un indirizzo. Con meraviglia di tutti, l’Odescalchi non comparve, e chi attribuì l’assenza a indisposizione, e chi a stravaganza. Pareva che a lui rincrescesse trovarsi a capo della città di Roma, per nomina provvisoria di un governo provvisorio. Compiuta la cerimonia della consegna, il Papa si trovò circondato dal corpo diplomatico ne’ suoi sfarzosi costumi. Il più semplice di quei personaggi, anche perchè non aveva decorazioni, era il colonnello Caff, ministro degli Stati Uniti, giunto a Roma fin dal febbraio per godersi il carnevale, buontempone e filantropo, che in una occasione elargì 500 scudi di elemosine. Però