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diplomazia e congresso di parigi 249


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Ma l’impressione prodotta in Italia fu davvero immensa, e quale non prevedeva lo stesso Cavour. Fu un generale ridestarsi delle speranze liberali. Vennero coniate medaglie, scolpiti busti, inviati indirizzi al gran ministro da Roma, da Firenze, e da Napoli. Il governo pontificio e il napoletano, che non si aspettavano quegli attacchi, ne furono fortemente impressionati, ma più dal silenzio dei rappresentanti delle potenze amiche, perchè non un solo si levò a loro difesa. E cominciarono le confutazioni in maniera curiosa. La prima fu fatta, pare impossibile, dall’ambasciatore di Francia a Roma, Rayneval, non si sa se d’iniziativa sua, o del cardinale Antonelli, o dello stesso Walewski, che non aveva prevedute tutte le conseguenze della seduta degli otto aprile, e non aveva simpatie per l’Italia. Il De Rayneval dunque inviò, in data 14 maggio 1856, una nota, o monografia, cercando di confutare le principali accuse contenute nel memorandum del Gualterio, e nei discorsi di Cavour e di Clarendon, relativamente allo Stato del Papa.

Il cardinale Antonelli gli fornì gli elementi ufficiali. Il De Rayneval, pur riconoscendo e condannando alcuni inconvenienti del governo pontificio, in sostanza ne fece la difesa, cercando di sfatare le principali accuse circa le pubbliche gravezze; la prevalenza degli ecclesiastici negl’impieghi; l’avversione ad ogni progresso, e via via. Affermò, che il suddito pontificio pagava 22 lire d’imposte, mentre il francese ne pagava 45, ma senza distinguere fra paese e paese. Affermò, che sopra un numero d’impiegati dai 3000 ai 5000, soli 98 erano ecclesiastici, ma non distinse fra impieghi e impieghi; e pur riconoscendo che i più importanti uffici civili erano occupati da ecclesiastici, non tenne conto, che i numerosi piccoli impiegati delle poste, dei municipi, delle dogane, e le numerose guardie daziarie, e i militari graduati indigeni, e i birri non potevano non essere borghesi. Affermò pure, con inverosimile leggerezza, che il popolo non aveva deferenza per i funzionari laici, e che le provincie di Ferrara e Camerino avevano inviato deputazioni al Papa, perchè sostituisse i delegati laici con ecclesiastici. Forse accennava a Ferrara, dov’era delegato il fanatico