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252 capitolo xiv.

CAPITOLO XIV.

Viaggio del Papa nelle provincie.



Sommario: Viaggio del Papa e provvedimenti di governo — Deputazioni a Roma. — Lo spirito pubblico in Romagna. — Continua lo stato d’assedio. — Un testimone non sospetto. — Partenza del Papa, ed esclamazione di Pasquino. — A Spoleto, ad Assisi, a Foligno ed a Perugia. — Dimora in questa città. — Nelle Marche. — Due lettere di Pio IX a suo fratello Gabriele. — A Senigallia, a Fano, a Pesaro, a Cesena e a Forlì. — Aneddoti e curiosità. — Fermata ad Imola, e colloquio politico col conte Pasolini. — Ingresso a Bologna. — Personaggi che attendevano il Pontefice. — Colloqui col Minghetti e con lo stesso Pasolini. — L’avversione per il Piemonte. — «Il Re farebbe meglio a trebbiare il grano». — Pranzo a Boncompagni. — Il Papa vuol sapere da Minghetti chi scrisse la nota di Cavour al Congresso di Parigi. — Ultimo colloquio col Minghetti. — Terza lettera di Pio IX al fratello, circa la condizione dei partiti in Romagna. — Teme i «costituzionali». — Altre notizie sulla dimora a Bologna. — Un telegramma a Modena. — Partenza per Ferrara. — Benedizione e terremoto. — Partenza per Ravenna, — Il processo Lovatelli. — Non si ha interesse di condurlo a fine. — L’autore del misfatto. — Omaggio di Lugo. — Grandi preparativi a Ravenna. — Si restaura la porta Adriana sopra disegno di Alfredo Baccarini. — Epigrafi ampollose e versi. — Visita alla tomba di Dante. — Una terzina del Purgatorio. — Partenza da Ravenna. — Nessun provvedimento di governo. — Da Bologna inizia il ritorno. — Fermata a Firenze. — Epigramma del Salvagnoli. — Ritorno a Roma. — L’indirizzo dei liberali romani. — Particolari notevoli. — Alcune considerazioni sul viaggio. — Altra lettera del Papa al fratello.


Da principio fu detto che il viaggio avesse una meta più vicina: il santuario di Loreto, e un eventuale prolungamento a Senigallia, dove Pio IX non era mai andato da Papa. Pareva imprudente prolungarlo oltre il Misa, e più imprudente mandare il Papa a Bologna, e a Ravenna, dove era ancora profonda l’impressione dell’assassinio del conte Francesco Lovatelli, avvenuto sei mesi prima. Ma Pio IX non si fece vincere da considerazioni di prudenza, e assai meno da paura. Volle anzi sfidare i settari nei loro covi d’Imola, di Faenza, di Lugo e di