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teatri, giornali e strenne 307


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Il Valle era il teatro di prosa, a differenza dell’Argentina, dove si avvicendavano mediocri spettacoli di prosa e musica. Al Capranica, in piazza degli Orfanelli, variavano gli spettacoli tra vassallate e giuochi di prestigio; e al teatro Metastasio si alternavano Stenterello e Pulcinella. Il Valle si riaprì l’aprile 1850 con la compagnia Domeniconi, di cui faceva parte la Ristori, divenuta marchesa Capranica del Grillo dopo il suo matrimonio con Giuliano Capranica, matrimonio disapprovato dai parenti di lui, quali gli Odescalchi, i Piombino, i Massimo, gli Altieri e i Fiano; ma quando giunsero da Parigi le notizie dei trionfi di lei, tutti si vantavano di averla per parente. Di quella compagnia, che riportò al Valle una serie di successi, con Giulietta e Romeo, con la Pia de’ Tolomei, con la Povera Giovanna, con la Suonatrice d’arpa e col Bicchier d’acqua, facevano parte Tommaso Salvini, Amilcare Bellotti, Angelo Vestri, e la Fantecchi: un complesso di giovani forze, che non contò mai altra compagnia girovaga. Nel tempo che la Ristori stette a Roma, abitò al primo piano della casa da lei acquistata in via Monterone, dove è morta. Ogni sua recita era un avvenimento. Teatro sempre pieno, il biglietto di platea, a sedere, costava quindici baiocchi, ma a sedere per così dire, poichè i banchi erano di legno verniciato e piuttosto stretti, da formare il tormento del copioso don Bartolomeo Ruspoli, assiduo a quel teatro. Non biglietto d’ingresso; i quindici baiocchi rappresentavano tutto il prezzo, ma le esigenze di allora non erano paragonabili a quelle di oggi, e il teatro, illuminato ad olio, era quasi all’oscuro, come i Fiorentini di Napoli; e gli allestimenti scenici, una misera cosa. Si correva a quel teatro per amore dell’arte, per piangere, per commuoversi e battere le mani alla Ristori e ai suoi compagni. Dalla stagione di quell’anno, la fama di lei uscì addirittura colossale.

Il Valle non aveva abbonati. Vi era una sola barcaccia, quella dell’ambasciata di Francia, dove andava il personale per far pratica d’italiano: un altro palchetto fisso l’aveva Pio Grazioli, sposato da poco con donna Caterina Lante della Rovere. Il primo palco, entrando in platea, a sinistra, era occupato dalla polizia,