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CAPITOLO I.

Ricostituzione del vecchio regime. - Attentati settarii.



Sommario: Il triumvirato rosso e il Consiglio di censura. — Ricostituzione dei ministeri e primi ministri laici. - Laici da burla. – Si brucia la cartamoneta del governo repubblicano. - La lettera di Luigi Napoleone al colonnello Ney non è presa sul serio. - La secolarizzazione non era facile. - Pregiudizi e ricordi. -I ministri Galli e Iacobini. – Monsignor Savelli e le sue ordinanze. – Baraguay permette il can-can al Metastasio. Scandali e proteste. - Provvedimenti di governo. - Attentati settarii. Impotenza delle due polizie. - Soldati francesi buttati nel Tevere. Si attenta alla vita del principe Giuseppe Bonaparte e di sua sorella Maria. – Un brindisi esilarante. - Attentati contro Squaglia, Nardoni, Cesari, Mazio e monsignor Tizzani. - Assassinio di Marco Evangelisti. Fucilazioni in piazza del Popolo e a ponte Sant’Angelo. - Ordinanze del Baraguay. – La città e i bassi fondi. – Col ritorno del Papa il triumvirato cessa. — Suo ultimo atto è il regolamento per gl’impiegati. — Un ricordo del Verdi. - La fine del Passatore.



Il triumvirato dei cardinali, che ebbe pienissimi poteri, dall’ingresso dei francesi al ritorno del Papa, aveva assunto il nome di commissione governativa di Stato, e si era posta all’opera fin dal 1° agosto 1849, con l’ardore di uomini risoluti a cancellare quasi ogni memoria del passato. A conferma di loro sovranità, si erano insediati al Quirinale, e di là emanavano i loro decreti. Se del nuovo triumvirato, battezzato rosso dal colore della porpora, inclinava a qualche mitezza, il cardinale Vannicelli, l’Altieri e il Della Genga avevano indomabili tendenze reazionarie, anzi nel Della Genga riviveva lo spirito astioso di Leone XII. Il primo decreto, anche in ordine di data, fu la sciagurata ordinanza del 2 agosto, con cui si annullava tutto ciò, che si era compiuto dopo il 16 novembre 1848, e si nominava un «Consiglio di censura» per decidere sulla sorte degli impiegati. L’effetto ne fu disastroso, e si può ben credere qual lievito di odii e di rancori si venisse formando contro il governo restaurato. Il potere esalta, sopratutto quando è assoluto; e il triumvirato non ebbe il senso della misura. Pose mano