Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/117

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parte seconda. 53

conio glielo aveva donato. E dovete sapere che questo Sergente era quello che avea in guardia e governo li padiglioni del Soldano, e che avea il carico di fargli rinettare ciascun di le sue sale e magioni.

Ora quel Re d’Armenia, poichè era quasi in servaggio verso il Soldano d’Iconio, se n’andò al Gran Re di Tartarìa, e gli contò comente senza posa quei Soldano d’Iconio gli faceva la guerra e lo teneva in grande servaggio, ed il venne pregando che nel volesse soccorrere ed atare. E qualora gli donasse balìa su grossa mano di sue genti d’arme, gli disse ch’egli era contento d’essere suo uomo assoggettato. Ciò che ’l Re di Tartarìa volle fare assai volentieri, e gli cedè gran numero di genti d’arme. Allora se n’andò il Re d’Armenia a tutte sue genti combattere col Soldano d’Iconio e avevano assai possanza l’uno per l’altro. Ma gli Armeniani ed i Tartarini disfecero a fondo l’oste del Soldano, e talmente fece lo re d’Armenia, seguitando il corso della vittoria, ch’egli si tolse quind’innanzi di sua servitù e suggezione. E per la grande nomèa ch’era in Cipri di quella battaglia, ci ebbe molti di nostre genti che passarono in Armenia per andare in quella guerra a guadagnare e profittare, ma di coloro unqua più non se ne udiro novelle.

Anche del Soldano di Babilonia vi dirò io. Egli si pensava che ’l Re andasse guerreggiare il Soldano di Hamano, ch’era suo antico nimico; e così attese sino al tempo novello per volersi giungere