Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/149

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parte seconda. 85

giorno e fu assegnato a l’uno de’ tre di di Carnasciale. E quando venne quel giorno noi montammo a cavallo, ed andammo al guado di quel Beduino tutti in punto di guerra. Ed in cavalcando, taluni si tiravano a randa della riva del fiume, e sendone la terra labile e intrisa, smucciavano ed avvallavano essi e loro cavalli nell’acque, e vi si annegavano miseramente. Ed il Re se n’avvide, e ne fece dimostranza agli altri, affine che tenendosi in sodo si desson guardia di non cadere. E tra gli altri cadde ed annegò Messer Giovanni d’Orleano il valente cavaliere Banneretto, che spiegava bandiera nell’oste di suo. E quando noi fummo al guado vedemmo da l’altra parte del fiume ben trecento Saracini tutti a cavallo, i quali guardavano quel passaggio. Allora noi entrammo entro il fiume, e vi trovarono i nostri cavalli assai buon guado e ferma terra, e tirammo contramonte l’acqua con buona riva a passar oltra, tanto che la Dio mercè noi passammo tutti senza dannaggio. E quando i Saracini ci videro così passare di forza, essi se ne fuggirono a grande aìre1.


Capitolo XVIII.

Della battaglia che ne seguì oltre il fiume, ove fu morto il Conte d’Artese.


Avanti che partire il Re aveva appuntato che i Tempieri farebbono l’antiguarda, ed il Conte d’Artese suo fratello menerebbe la seconda battaglia.

  1. Il testo ha à grant èrre, cioè: a grande anda od a grand’andare. Si poteva anche tradurre: a grande aina, od agina.