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158 la sesta crociata.

chetta, e raccolsero il Re, il Conte d’Angiò suo fratello che di poi fu Re di Cicilia, Monsignor Gioffredo di Sergines, Messere Filippo di Nemursio, il Maliscalco di Francia, il Maestro della Trinità, e me: e dimorò prigioniero, a guardia de’ Saracini, il Conte di Poitieri, sino a che il Re avesse loro pagato le dugento mila lire ch’e’ doveva sborsare avanti di partire del fiume.


Capitolo XXXVIII.

Qui conta come fu lealmente pagato il tanto del riscatto pattuito, e come femmo vela por Acri di Soria.


Il sabbato d’appresso l’Ascensione, che fu l’indimane che noi eravamo stati liberati, vennero prendere congedo dal Re, il Conte di Fiandra, il Conte di Soissone e più altri grandi Signori. Ai quali pregò il Re ch’e’ volesseno attendere sino a che il Conte di Poitieri suo fratello fusse diliverato. Ma essi gli risposero ch’egli non era loro possibile, per ciò che le loro galee erano preste ed apparecchiate a partire. Ed allora andarono montare nelle galee ed abbrivarono per venire in Francia. Ed era con essi il Conte Piero di Bertagna, il quale era grevemente malato, e non visse più che tre settimane, e morì sopra mare.

Il Re non volle mica lasciare suo fratello il Conte di Poitieri, ma di presenza volle fare il pagamento delle dugento milia lire; e si dispose a fare il detto pagamento il sabbato, e tutta la giornata della domenica. E davansi li danari al peso della bilancia, e valeva ciascuna bilancia dieci mila