Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/224

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160 la sesta crociata.

dare le chiavi, ed io con una scure che vi trovai feci atto di aprirlo in nome del Re: il che vedendo il Maliscalco del Tempio, mi fece dar balia delle chiavi, ed io aprii il forziere e ne presi la bastanza dello argento, e lo apportai al Re che molto fu gioioso della mia venuta. E sì fue fatto ed accompito il pagamento delle dugento milia lire per la diliveranza del Conte di Poitieri. E avanti che accompire il detto pagamento alcuni consigliavano al Re ch’elli non fesse del tutto pagare li Saracini, prima ch’essi gli avessero diliverato il corpo di suo fratello: ma egli rispondeva, poiché in così avea promesso, ch’egli loro darebbe tutto il danaro avanti che partire del fiume. E sopra questa parola Messer Filippo di Monforte disse al Re come avean frodato li Saracini di una bilancia che valeva dieci mila lire. Donde esso Re si corrucciò aspramente, e comandò al detto Messer Filippo, sulla fede che gli doveva come suo uomo ligio, ch’elli facesse tosto pagare le dette diece mila lire ai Saracini, se essi ne erano in resto, poiché diceva ch’egli già non si partirebbe sin che non fosse accompito il sodamento fatto agli Almiranti. Molti delle genti vedendo che ’l Re era sempre in pericolo da Saracini, lo pregavano sovente ch’elli si volesse ritirare in una galea che lo attendea in mare, e tanto fecero che pure in fine vi si trasse, sulla certezza ch’egli d’ogni giuramento s’era lealmente acchetato. E adunque cominciammo a navigare sul mare per tempo di notte e vi andammo bene una lega ardita senza poter nulla dire l’uno a l’altro, del misagio che noi avevamo di