Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/227

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parte seconda. 163

riavere suo fratello il Conte di Poitieri; e questa fu che venne al Re un Saracino molto bene abbigliato, e molto bell’uomo a riguardare. E presentò al Re del lardo strutto in orciuoli, e dei fiori di diverse maniere, i quali erano molto odoranti, e gli disse: ch’egli erano i figliuoli di Nazac Soldano di Babilonia ch’era stato ucciso, che gli facevano il presente. Quando il Re udì quel Saracino parlar francesco, gli domandò chi glielo aveva sì bene appreso. Ed egli rispose che esso era Cristiano rinegato. E incontinente il Re gli disse, ch’e’ si tirasse a parte e al tutto fuori di sua presenza, poichè non gli sonerebbe più motto. Allora, trattolo disparte, lo inchiesi come egli avea rinegato, e donde era. E quel Saracino mi disse ch’egli era nato di Provino, e venuto in Egitto col fu Re Giovanni, ch’era maritato in Egitto e che vi avea di molti beni. Ed io gli soggiunsi: E non sapete voi a bastanza che, se moriste in tal punto, voi discenderete tutto dritto in inferno, e vi sarete dannato per sempre? Ed egli mi rispose: che certo sì, e che sapea bene com’egli non ci fosse legge migliore di quella de’ Cristiani; ma, parlò egli: io temo, se riedessi verso voi, la povertà ove sarei, e gl’infami rimprocci che l’uomo mi darebbe tutto il lungo della mia vita, appellandomi Rinegato, Rinegato. Pertanto io amo meglio vivere a mio agio e ricco, che divenire in tal punto. Ed io gli rimostrai ch’egli valeva troppo meglio temere l’onta di Dio e quella di tutto il mondo, quando, al finale Giudicamento, tutti misfatti saranno manifestati a ciascuno, e poi appresso essere