Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/243

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parte seconda. 179

per detergere lo peccato del nostro archiparente Adamo, e così menarci a salvezza.

Infrattanto come lo Re soggiornò in Acri vennero di verso lui li Messaggeri del Principe de’ Beduini, che si appellava il Vecchio della Montagna. E quando il Re ebbe udito sua messa al mattino, elli volle udire ciò che li detti messaggeri avevano in loro mandato, ed essi venuti davanti il Re, furono fatti assedere per dire il messaggio; e cominciò un Almirante che là era di domandare al Re s’elli conosceva punto Messere il Principe della Montagna. E lo Re gli rispose, che no, perchè non l’aveva visto giammai, ma bene aveva udito parlare di lui. E lo Almirante disse al Re: Sire, poi che voi avete udito parlare di Monsignore, io mi meraviglio molto che voi non gli abbiate inviato tanto del vostro che voi ne aggiate fatto un vostro amico, in così che fanno lo Imperadore di Lamagna, il Re d’Ungheria, il Soldano di Babilonia, e più altri Re e Principi grandi, tutti gli anni, per ciò ch’essi conoscono bene che senza lui essi non porriano durare nè vivere, se non tanto ch’elli piacerebbe a Monsignore; e per ciò ci ha inviati elli di verso voi, per dire ed avvertirvi che ne vogliate fare così, o per lo meno che lo facciate tener quieto del tributo ch’elli deve ciascun anno al Gran Maestro del Tempio, ed allo Spedale, e ciò facendo egli si terrà a pagato da voi. Ben dice Monsignore che s’elli facesse uccidere il Maestro del Tempio o dello Spedale, che tantosto e’ ce n’arebbe un altro altresì buono, e per ciò non