Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/259

Da Wikisource.

parte seconda. 195


Capitolo XXXXVIII.

Di alcuni Cavalieri stranii che vennero al Re a Cesarea, e di ciò ch’e feciono e raccontarono.


Or rivenendo dopo il trascorso a nostra materia, diremo così. Domentre che il Re faceva asserragliare Cesarea, di cui vi ho parlato davanti, venne ad esso Re un Cavaliero che si nomava Messer Elinardo di Seningaan, il quale diceva ch’egli era partito del Reame di Norone1, e là montato sovra mare, era venuto passando ed accerchiando tutta la Spagna e intromettendosi per lo stretto di Marocco, e che a molto greve periglio e dannaggio egli avea passato tutto ciò, e soffertovi molto di male avanti ch’elli potesse venire sino a noi. Il Re ritenne quel Cavaliere con altri nove alla sua bandiera, ed io gli udii dire che le notti nella terra del Reame di Norone erano sì corte nella State, che egli non ce n’avea alcuna, nella quale, anco nel suo più fitto, il lume del giorno non bruzzolasse. Or quando quel Cavaliero si fu adusato al paese si prese colle sue genti a cacciare al Lione; e molti ne presero perigliosamente ed in gran risico di loro corpi. Ed il modo, con che essi menavano la detta caccia, era ch’essi correvano su ai lioni a cavallo, e trovatone alcuno, il colpivano d’arco o di balestra, di che il Lione ferito correva alla sua volta su il primo ch’esso vedeva, e questi se ne fuggiva piccando degli speroni, e lasciando cadere a terra alcuna coverta, od una pezza di qualche vecchio drappo, ed il superbo ani-

  1. Norvegia ?