Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/263

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parte seconda. 199

loro recitò la convenzione di lui e di me, e ciascuno fu gioioso ch’io dimorassi.

Qui appresso udirete le giustizie e’ giudicamenti ch’io vidi fare a Cesarea, immentre che il Re vi soggiornò. La prima giustizia fu d’un Cavaliere, il quale venne preso al bordello, ed a cui si partì un giuoco: o che la ribalda, colla quale era stato trovato, menerebbelo per mezzo l’oste in camicia, una corda legata alle sue vergogne, della qual corda la ribalda terrebbe l’un de’ capi; o, s’egli non volesse tale cosa soffrire, ch’egli perderebbe suo cavallo, sue armi ed arnese, e sarebbe iscacciato e fuorbandito dell’oste del Re. Il Cavaliere elesse che amava meglio perdere il cavallo e le armadure, e se ne partì in farsetto dell’oste. Quando io vidi che ’l cavallo fu confiscato al Re, glielo richiesi per uno de’ miei Cavalieri povero gentiluomo. Ma il Re mi rispose che la mia inchiesta non era punto ragionevole per ciò che il cavallo valeva bene da ottanta a cento lire, il che non era piccola somma: ed io gli dissi: Sire, voi avete rotte le convenenze d’intra voi e me, quando vi corrucciate di ciò ch’io v’ho richiesto. E ’l Re si prese a ridere, e mi disse: Sire di Gionville, voi direte tutto quanto vorrete, ma non per ciò riuscirete a farmi salire in corruccio: e così messa la cosa in badalucco, io non ebbi punto il cavallo pel povero gentiluomo.

La seconda giustizia ch’io vidi fu d’alcuni miei Cavalieri, i quali per un tal dì andarono cacciare ad una bestia che l’uomo appella Gazella, e che è del sembiante di un cavriuolo; ed i Frieri dello Spe-