Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/265

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parte seconda. 201

lieri. Il che avendo il Re udito, mi fece tosto diritto, il quale fu tale, che, secondo l’usanza del Paese, il Sergente venne al mio albergo tutto scalzato e in camicia ed aveva una spada in suo pugno; e vennesi agginocchiare davanti il Cavaliere che avea oltraggiato, e gli tese la spada pel pomello, e gli disse: Sir Cavaliere, io vi grido mercè di ciò ch’io ho messo le mani in voi, e vi ho apportata questa spada, ch’io vi presento, affinchè voi me ne tagliate il pugno, s’egli farlo vi piace. Allora io pregai il Cavaliere che gli perdonasse suo maltalento, ed egli il fece. E più altri diversi giudicamenti vi vidi fare secondo i dritti e gli usaggi di Terra Santa.


Capitolo L.

Delle tregue ed alleanze cogli Almiranti d’Egitto contro ’l Soldano di Damasco, le quali tuttavia non approdaro a compimento, e di ciò che avvenne sotto Giaffa.


Voi avete davanti udito come il Re avea mandato agli Almiranti d’Egitto che s’essi noi satisfacessero degli oltraggi e delle violenze che gli avean fatte, ch’elli non loro terrebbe alcuna tregua: ora sappiate che in quella vennero diverso lui li messaggeri d’Egitto, e gli apportaro per lettere che gli Almiranti gli volevano fare tutto ciò ch’egli avea loro mandato, siccome è detto davanti. Perchè il Re ed essi messaggeri presero giornata di trovarsi insieme a Giaffa; e là dovevano giurare gli Almiranti e promettere al Re ch’essi gli renderebbono il Reame di Gerusalemme: e cosi ’l Re e suoi più grandi personaggi dovevano giurare e pro-