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lezione preliminare. |
xxxvi |
chiave ad aprire con probabilità uno de’ piccoli segreti di nostra lingua, che altrimenti ci resterebbe forse chiuso per l’avvenire siccome è stato, a mia notizia, sino al presente; cioè per quale istorica cagione la maggior parte delle forme avverbiali amino questa desinenza in one, non tanto nella lingua scritta, quanto più nei linguaggi viventi, cioè ne’ diversi dialetti della Penisola, dicendovisi avverbialmente in ginocchione piuttostochè in ginocchio, a tastone più volentieri che a tasto, e così: gatton gattone, grollon grollone, penzolone, ciondolone ed altri simiglianti a gran numero. E la ragione di tale desinenza è patente solo che da prima si consideri il modo col quale latinamente gli aggiuntivi si facevano avverbii, che era o ponendo in ablativo la voce da cui si formavano, gravando per lo più sulla sua vocale desinente, od allungandola di una sillabica, la quale serviva egualmente di più larga base ritmica all’arsi radicale, o passando la detta voce a caso obliquo sotto il regime di una qualsivoglia preposizione o sottintesa od espressa; e se da poi si considera che la nuova lingua, avendo adottato per segno de’ suoi regimi aumentabili questo accrescimento in one, doveva trovare in esso la via più naturale alla formazione degli avverbii, ogniqualvolta questi non dovessero presentare forme di soggetto. E però le due lingue di Francia, e la loro sorella neolatina, che poco dissimilmente si venia formando in Italia, adottavano di comune accordo una tale maniera, di cui, perdendosene poscia le ragioni sufficenti, se ne