Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/71

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6 la sesta crociata.


Egli diceva altresì che l’uomo si dovea portare, vestire ed adornare secondo suo stato e condizione, e tuttavia di mezzana maniera, affinchè li prodi uomini ed antichi di questo mondo non potessono dire nè proverbiare a lui: tu fai troppo; e così che li giovani non potessero dire: tu fai poco, nè fai punto d’onore al tuo stato. E per ciò mi rimembro io che, toccando una fiata a monsignor lo Re di presente, del buon Signore Re che fu suo padre, intorno alla pompa e burbanza d’abbigliamenti e di cotte ricamate che or comunalmente si portano sull’arme, io gli diceva ch’unque mai, nella via d’oltremare, ov’io fui con suo padre e sua oste, non vidi una sola cotta ricamata, nè quella del Re, nè quella d’altri. Al che mi rispose che a torto egli le avea ricamate di sue armi, e che le eran costate otto lire di parisini; ed io gli dissi che meglio le arebbe impiegate donandole per Dio, e facendo sue cotte di buon zendado rinforzato battuto all’armi sue come lo Re suo padre faceva.


Capitolo II.

Di due questioni che ’l buon Santo Re m’indirizzò.


Il buon Re m’appellò una fiata aggiugnendo ch’e’ voleva parlarmi per lo sottil senno ch’elli diceva conoscermi; ed in presenza di molti mi disse: io ho chiamati questi Fratelli che qui sono, e vi fo una questione e dimanda di cosa che tocca Dio; e la domanda fu tale: Siniscalco, che è Dio? ed io gli risposi: Sire, egli è si buona e sovrana cosa che