Pagina:De Lorenzo - Sciotel - Vicende della colonia del Padre Stella e progetto per restaurarla, Napoli 1887.pdf/120

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Sciotel, e per fargli, verbalmente, altre comunicazioni di non lieve importanza.

E il signor ministro, che fece? Mi ha egli provata la inattendibilità delle mie asserzioni, mercè i documenti dal regio governo acquistati, nel 1870, per mezzo della Società geografica italiana?

Io non sono un visionario. Ho avuto direttamente ogni informazione da chi visse nello Sciotel varii anni, da chi vi mantenne coraggiosamente i diritti di proprietà, sino al giorno in cui dovette cedere, protestando, alla forza brutale e violenta. E da tali informazioni risulta chiaramente che il Regio Governo non fece, allora, il suo dovere, e che, a cagione della sua inerzia colposa, andò distrutta, in breve tempo, la piccola colonia con tanta fatica e con tanta abnegazione costituita dal missionario Stella e dai signori Pompeo Zucchi e Ferdinando Bonichi. Sicchè, le mie idee, lungi dall’essere avventate, hanno una base. Ma il signor conte di Robilant la pensa in modo diverso. Egli, in omaggio allo spirito di esclusivismo portato dalle rive del Danubio, condanna a priori le mie idee, senza menomamente degnarsi di considerarne la base, cioè i documenti. Animato invece da uno spirito imparziale, egli, di certo, non avrebbe rifiutato così ricisamente di leggere e di esaminare le lettere del D.r Bonichi, nonchè altre carte importantissime che io avevo portato meco in Ro-