Pagina:De Lorenzo - Sciotel - Vicende della colonia del Padre Stella e progetto per restaurarla, Napoli 1887.pdf/123

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benchè puntualissimamente pagati, si dettero al dolce far niente, e, quando era più urgente e necessaria l’opera loro, si stettero con le mani in mano.

6. Con tutto ciò, e non ostante la ingiustificabile inerzia dei miei impiegati, la grande distribuzione della Gazzetta di Napoli, fatta prima di lasciare l’Italia, produsse dovunque una forte agitazione. Ed in particolar modo quando, la triste nuova dell’eroico combattimento di Dogali, venne disgraziatamente a dar la pruova di quanto io aveva pubblicamente manifestato nella lettera anzidetta, il giorno medesimo dello scontro di Dogali.

Quel fatto, ognuno lo rammenta, commosse così profondamente il popolo italiano che in ogni parte, anche nei Seminari, si gridava viva l’esercito, e vendetta contro gli Africani e contro coloro che erano stati cagione prima, anzi unica, di quell’eccidio.

Non è per soverchio orgoglio o per mera vanità, ma solo per far vedere con quale giusta ragione io vilipendeva la Consulta, che io qui rammento come, in quella luttuosa circostanza, anche il mio povero ed oscuro nome venne gittato in viso ai reggitori della nostra politica estera.

Il mio modesto nome fu posto innanzi ai loro occhi, acciocchè, come in uno specchio tersissimo, potessero ammirare la loro incommensurabile nullità!