Pagina:De Lorenzo - Sciotel - Vicende della colonia del Padre Stella e progetto per restaurarla, Napoli 1887.pdf/158

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scere in una terra che non fu certamente ultima a rispondere a quel grido; poichè sin dal 1847, sui piani dello Aspromonte, sventolò la gloriosa bandiera del nostro riscatto e si piegò bagnata dal sangue dei forti Calabresi.

Quale italiano potrebbe mai dimenticare i diritti, i doveri che ha verso i suoi fratelli? Supponete forse che, nel propugnare il mio progetto, io non pensi pure a questi dritti, a questi doveri?....

Voi non ignorate che la Germania ha già acquistato, in men di due anni, nell’Africa orientale un milione di chilometri quadrati di terreni; un’estensione cioè tre volte più grande dell’Italia. Che farà adunque la Germania quando su quelle terre sorgerà potente e numerosa una novella nazione tedesca?

Che faremo noi quando la Germania, per lo sviluppo delle sue colonie, sentirà il bisogno di avere un porto nel Mediterraneo, e, di accordo con la nostra naturale nemica, si fermerà inevitabilmente a Trieste? Non vi pare che abbiamo il dovere di prevedere anche questo pericolo, e cercare di opporre sin da ora un rimedio?

Non vi pare che dobbiamo assolutamente combattere, nelle regioni africane, le incruenti guerre della agricoltura, della industria e del commercio, col fine di sopraffare, o, per lo meno di stare a paro coi nostri nemici?

Comprenderete benissimo che non mi è le-