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2. Di essa così ne parla il Corriere del Mattino di quel tempo:

«Gl’italiani in Egitto — Abbiamo sott’occhio una memoria circa l’attuale posizione della Colonia Italiana in Egitto, dell’egregio Architetto Signor Francesco De Lorenzo.

L’argomento, essendo oltremodo interessante, ed assumendo esso una non lieve importanza nell’andamento delle vicende sociali, noi crediamo opportuno di estenderci alquanto sui punti più salienti dell’opuscolo in quistione — L’autore comincia per notare che i nostri connazionali i quali godevano per lo passato un certo prestigio nel Vice-Reame d’Egitto, oggi si trovano nella dura necessità di ricorrere a mezzi estremi per riuscire in qualche loro intento. A chi la colpa? — egli soggiunge — Chi è la cagione di un tale mutamento subitaneo quanto deplorevole, di questo cataclisma, che sprofonda le basi delle nostre istituzioni, del nostro credito in Egitto? Alla quale inchiesta l’autore medesimo risponde col silenzio, lasciando alla Colonia italiana intera di pronunziarsi su tale proposito, per tema di dar campo ai suoi proprii risentimenti, al suo personale rammarico, di dare insomma uno sfogo all’animo suo.

Egli asserisce in seguito che le risorse maggiori in Egitto, furono quelle offerte dall’agricoltura, dal commercio e dall’ingegne-