Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/291

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evoluzioni dei cavalli, che manovravano davanti il castello, e stava a sentire le leggende dei saltimbanchi, delle sonnambule che vendono la fortuna che non hanno, degli spacciatori di mastici e di quanti concorrono e cooperano alla grande fabbrica del buon appetito. Quante miserie ha il mondo! che pietà gli facevano quei poveri bambini dei saltimbanchi, scialbi di fame, e tremanti sotto il sole di maggio! E c’è della gente che prende gusto a popolare il mondo di morti di fame, di tisici, di ladroncelli, di pidocchiosi.... Anche lui aspirava a questa gloria della propagazione degli stracci! che amore? egoismo, niente altro che egoismo! «Con questa logica si può giustificare il ladro e l’assassino che ti pianta il coltello nel cuore. Approfittare della confidenza di un amico per tradirlo, per tagliargli le gambe.... beh! azione infame, azione da ragazza che dice: dammi indietro la mia pigotta, che non gioco più. Egoismo, passionaccia sporca, desiderio bestiale. L’amore è grande, l’amore è bello, l’amore è poetico, è generoso l’amore....».

E via sempre di questo passo a voltare e a rivoltare la questione. Ed ebbe la pazienza di continuare due o tre giorni in questa strana, maledetta battaglia. Ma il buon senso c’è per qualche cosa: passata la terzana, un dopopranzo, prese la lettera di Paolino, la mise