Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/300

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della voluttà, ma insorgono in nome della natura, ti comandano di vivere, o almeno di non morire tutto in una volta e non fare di te stesso il tuo lugubre cataletto....».

Erano questi, più che i pensieri, i gridi che uscivano dal profondo del suo cuore, mentre stava accomodando il bambino nel lettuccio. Si allontanò in punta di piedi, nascose un poco la fiamma della candela e stette un momento ad ascoltare il molle respiro dell’addormentato.

Provò a scrivere, e mise sulla carta quattro parole per dire a Paolino che Beatrice era molto malata.

Ma riflettè che non conveniva per il momento e che era meglio scrivere dimani, dopo aver parlato con lei.

Soffiò sul lume e, seduto nel suo gran seggiolone di vacchetta, stette a contemplare la luna che versava una poetica luce nella stanzuccia, mentre egli cercava di reagire a quei terribili ragionamenti interni, che da qualche tempo non gli lasciavano più pace. Si ricordò che in mezzo alle tribolazioni non aveva ancora fatta la sua santa Pasqua!

Demetrio era uomo pio, sinceramente convinto di tutto ciò che gli aveva insegnato la sua povera mamma fin da ragazzo e sapeva che il diavolo va in giro la notte come la volpe: e se trova un pollaio aperto, cioè una