Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/311

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La sua faccia somigliava a una maschera che piange.

Era questa l’arte del saper vivere: questo il sugo dei pareri disinteressati: questo lo zelo per la pace di un uomo ingenuo caduto dalle tegole.... O scempiaggine! o cattiveria umana!

Egli per il primo, colla sua presunzione di far meglio degli altri e di aver ereditato tutto il buon senso di casa Pianelli aveva accolte le voci della malignità, aveva sospinta una povera donna nelle fauci del lupo. Però con questi bei servigi s’era procacciata una speciale benemerenza, forse una promozione nell’organico.... to’ to’.... anche questo spiegava le riverenze del Ramella, gli amplessi del Quintina, le umili raccomandazioni del Bianconi.

Dio, che vergogna, che abbiezione, che mortificazione alla nostra superbia! che avvilimento, che castigo!

Sentiva quasi la vita rompersi e scassinarsi, come un vecchio orologio a cui la mano di un pazzo strappi la catena e faccia sonare tutte insieme le ore. Corse colla mano in cerca del fazzoletto, perchè la testa gli si gonfiava e gli occhi s’imbambolavano. Crollando il capo, si mosse, andò fin sotto la finestra, appoggiò la fronte riarsa ai vetri, contro i quali batteva la pioggia fredda e sot-