Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/368

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l’angustia della stanza. Raccolse i lembi del velo, se lo aggiustò un poco nei capelli, alzando le braccia, e fece qualche passo per uscire. Ma si ricordò di essere venuta anche per un altro motivo importante.

— A Paolino, naturalmente, non ho detto nulla di quell’altra storia.

— Quale?

— Quella del braccialetto e del cavaliere. È una storia noiosa e stupida che è meglio lasciar cadere, anche per voi, non vi pare? Solamente fatemi il piacere, con vostro comodo, quando sarete guarito, di consegnare al portinaio di quel signore il suo regalo, che io non voglio assolutamente tenere (Beatrice levò da una tasca del vestito l’involtino e lo collocò sul tavolino) e se non vi disturba, di unire anche le cento lire. Queste ve le restituirò alla prima occasione, risparmiando qualche spesa inutile: ma a Paolino non dite nulla, come se non fosse capitato nulla; e nemmeno a quel signore non dite nulla: capirà da sè.

— Va bene.... — disse Demetrio con voce fredda e asciutta.

— Ve lo lascio qui il prezioso regalo?

— Sì, lasciatelo lì....

— E che ne dite voi?

— Di che cosa?

— Di questo matrimonio.