Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/397

Da Wikisource.

— 387 —

dia...., eh! eh! — Erano discorsi a spizzico, a scatti, con molti vuoti in mezzo, dentro i quali la fantasia di ciascuno poteva introdurre tanto un granello di pepe, come uno spicchio d’aglio, discorsi che il gobbetto metteva in rilievo nell’aria con tutti i segni cabalistici della sua mano nervosa e rachitica, rannicchiandosi nello scrigno, stirando le gambe nei calzoni, grattandosi la barbetta sul collo, mandando dal ventre rotondo e grasso un nitrito di cavallo.... he! he! — che andava a finire in un cocodè di gallina che fa l’uovo.


*


Il giorno dopo, un venerdì, un telegramma del Ministero sospendeva il signor Demetrio Pianelli dall’impiego fino a nuovo ordine. Al telegramma doveva seguire una lettera ministeriale.

Ed il giorno dopo, il sabato, ebbe luogo al Giardino d’Italia il pranzo che gli impiegati offrivano al commendatore.