Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/423

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per spaventare qualche cosa che si moveva in lui.

— Bevi, Demetrio....

— No, caro...., e poi?

— E poi cominciai a capire qualche cosa. La Carolina anche in questa faccenda mi aiutò come si aiuta un bambino da latte. Se avessi dovuto muovermi e fare da me, morivo vergine e martire, caro Demetrio.

Paolino vuotò il bicchiere del suo vin bianco dolce.

— La Carolina mi condusse a Milano una volta per la presentazione, - tu eri malato con una gran febbre quel giorno — mi insegnò quel che dovevo dire, precisamente come si fa alla dottrina cristiana: — Chi vi ha creato e messo al mondo? — scelse lei dall’orefice il primo regalo, e mi tirò su per queste scale come si tira — scusa il paragone — un vitello per le orecchie....

— Ah! ah! — tornò a ridere Demetrio. — E poi?

— Una volta seduto vicino alla sposa mi pareva di essere un campanile in suo confronto: io non sentivo che sonar campane nelle orecchie. Parlò sempre la Carolina, che ha tutte le chiavi delle guardarobe e anche quella del mio cuore. Per me, se mi facevano un salasso, giuro che non mi veniva una goccia di sangue. A poco a poco la lin-