Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/487

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da una porta presso il droghiere, quel giorno che i coniugi Pardi s’erano trovati col tempo in burrasca, seduti, l’uno in faccia all’altra, nel medesimo tramvai.

I piedi, che non sempre ragionano male come il cervello procura di far credere, ve lo portarono diritto.

— Abitano qui i signori Pianelli? — chiese al portinaio.

— Abitavano — rispose il Berretta, tenendo sollevata una scopa in mano come un campanello. — Però c’è la signora Beatrice. In quanto al signor Cesarino, saprà bene che....

— La signora è in campagna?

— Oggi è a Milano. È arrivata ieri a prendere la figliuola che deve fare gli esami.

— Ieri, va bene: ed è partita — seguitò a dire il Pardi, sforzandosi di correggere gli spropositi di fatto che diceva il sarto.

— No, no, è a Milano — confermò il Berretta. — Ha qui ancora quasi tutta la roba.

— Che c’entra? deve sposarsi stamattina.

— Ah.... io non so.

— Insomma, c’è o non c’è?

— Chi? — domandò il Berretta, che si lasciava stordire per poco, sollevando gli occhi in faccia a questo signore grasso, che pareva in collera.

— Avete detto che la signora Pianelli è a Milano — riprese a dire il signor Pardi colla