Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/514

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Anzi gli parve nella grossezza del sangue che i due zigomi angolosi della vecchia si colorissero.

Palmira non uscì subito. Egli sentì che si agitava nella stanza, movendo roba, chiudendo e aprendo cassettoni, gorgheggiando sottovoce come nei momenti allegri. Cantava? si può cantare così vicini alla morte? era venuto egli proprio per uccidere?

Le discussioni ostinate, le feroci accuse, le maledizioni, le condanne, le prove che da ventiquattro ore era andato raccogliendo e accumulando sul capo di quella donna, ciò che aveva visto, ciò che aveva patito consciamente e inconsciamente, tutto ciò, in una parola, che in ventiquattro ore era andato a precipitare nel fondo senza luce della sua esistenza si coagulò in un nodo, e credette d’essere lui il morente. Quel Lassù è buono e qualche volta toglie la forza e la ragione: qualche volta nella sua misericordia fa morire a tempo.

Palmira lo provocava col suo insolente gorgheggio di mascherina. Qualche cosa di spaventevole stava per accadere nella casa di suo padre. Si può cantare così quando si torna dalle braccia d’un amante col tradimento in corpo? ch’ella fosse innocente? che tutto fosse un terribile inganno del sangue, un gioco falso della gelosa passione?