Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 204 — |
— Non ti sei fatto troppo male?
— Qualche scalfittura. Sai, noi siamo pachidermi....
Il barone cercava di ridere rumorosamente, ma rideva più coi denti che col cuore.
— Conte, — disse di Spiano, volgendosi a uno dei presenti, — ho l’onore di presentarvi il barone Coriolano di Santafusca, mio vecchio amico e vecchio patriota; e a te, amico, presento il conte Ignazi di Roma, che ha portato il suo famoso «Lazio».
— Che vinse il «derby» di Roma di quest’autunno?
— Precisamente....
— E questi è il conte Stagni di Urbino, già nostro ospite da qualche giorno.
— Ho piacere.... grazie!
— Onor mio!
I bravi signori si strinsero la mano e si lodarono un pezzo a vicenda, come fanno di solito. Il conte Stagni credette di riconoscere il barone per averlo veduto un venti giorni prima a una piccola stazione presso Napoli.
— Sarà benissimo, — disse con freddezza Santafusca.
— Tornavo da una gita a Pompei e richiamò la mia attenzione un signore che correva verso la stazione per non perdere il treno....
— Ella è buon fisionomista, — tornò a dire il barone, che in mezzo a tutti questi discorsi andava ripetendo mentalmente la frase udita in