Pagina:De Roberto - Al rombo del cannone, Milano, Treves, 1919.djvu/117

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i. — il principe di Ligne 105


II.

Così formato dall’eredità, dall’educazione e dalla vita, egli doveva cadere in discredito come maresciallo austriaco e conseguire l’immortalità come scrittore militare. Lasciamo stare le sue vedute geniali, le sue invenzioni e le sue previsioni nel campo strettamente tecnico, capaci d’interessare soltanto i competenti; ma poniamo in evidenza la singolarità d’un uomo che al tempo nel quale un buon numero di mercenarii e di stranieri entravano a comporre gli eserciti, scriveva un libro intorno alla «parte morale del nostro mestiere, che è dovunque negletta od ignorata»; d’uno scrittore che durante il regno del bastone asseriva: «La prima disciplina consiste nel regnare sulle anime»; che mentre i governanti avevano una matta paura delle baionette intelligenti, e gl’istruttori lavoravano in piazza d’armi a ridurre i soldati all’obbedienza cieca ed al perfetto automatismo, dimostrava la necessità di suscitare la coscienza di sè e il senso della responsabilità in quelle macchine. Quale credito poteva ottenere l’originale che nello Stato e nella casta dove imperava il feticismo delle norme e delle forme, affermava che un articolo da aggiungere