Pagina:De Roberto - Al rombo del cannone, Milano, Treves, 1919.djvu/189

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uasi organica diversità della loro natura. Mentre l’uomo di ferro, duro, testardo, iracondo, violento, non intendeva adoperare altro che la forza per conseguire l’unità tedesca, il Principe mite, generoso, persuasibile, giudicava la forza "non necessaria"; e mentre l’astuto, infinto e mendace ministro procedeva per vie oblique e tortuose, il Principe franco e leale manifestava apertamente tutto il proprio pensiero e non sospettava la doppiezza altrui.

Iniziandosi, con la guerra danese del 1864, l’effettuazione del programma bismarchiano, Federico Guglielmo, infatti, non scopre subito il giuoco; ma, non appena comprende le secrete mire del ministro, "il secondo fine di qualche ingrandimento prussiano", tosto gli scrive: "Lasciatemi brevemente dirvi la mia opinione: cioè, che tali disegni falsano tutta la nostra politica tedesca e ci preparano complicazioni con l’Europa". E quando, nel 1866, la Prussia dichiara guerra all’Austria, sua complice nell’aggressione di due anni innanzi, rigettando su lei l’accusa di menzogna, di perfidia e di malafede, l’erede del trono fa di tutto per evitare il conflitto e non nasconde neanche all’esercito il proprio rincrescimento: chiamato al suo posto di battaglia, compie egregiamente il suo dovere di soldato e arriva in tempo a Sadowa per decidere le sorti della giornata; ma sullo stesso