Pagina:De Roberto - Al rombo del cannone, Milano, Treves, 1919.djvu/190

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campo della grande vittoria esclama: "Colui che con un tratto di penna scatena la guerra non sa che cosa fa uscire dall’inferno!". Il trionfo non lo inebbria, non lo converte ai metodi preferiti dai militaristi: nel 1867, a chi considera leggermente l’eventualità che la quistione del Lussemburgo si risolva con le armi, osserva severamente: "Voi non avete visto la guerra, signore; altrimenti non ne pronunziereste tanto facilmente il nome. Io che mi sono trovato a faccia a faccia con questa cosa terribile, io vi dico che il più grande dei doveri consiste nell’evitarla, quando è possibile. Dichiararla è assumere una ben grave responsabilità. Un uomo di Stato, anche quando ne prevede la necessità, non dovrebbe mai provocarla per via di artifizii....".

E nel 1870 egli accetta la nuova sciagura appunto perchè non sa che Bismarck si è servito di "artifizii" - la falsificazione del dispaccio di Ems - per far credere che la Prussia sia stata provocata; ma, nel condurre le operazioni militari, mentre lo spietato politico vieta che si conceda quartiere e che si facciano prigionieri, il Principe soldato si duole nel vedere i campi di Francia deserti "per paura degli antropofaghi tedeschi", e impartisce quindi gli ordini più severi affinchè le popolazioni siano rispettate, e lamenta che in quella "lotta di giganti nulla sarà risparmiato al mio orrore