Pagina:De Roberto - Al rombo del cannone, Milano, Treves, 1919.djvu/59

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un condottiero francese a napoli 47

fare appello al sentimento dell’onore, dimostrando loro che la baldanza e la temerità dei Francesi era tutta fondata sul disprezzo che nutrivano contro i Napolitani. «Kellermann spiegò la sua colonna non appena il terreno glielo consentì; la mia artiglieria disordinò quello spiegamento; poi, non appena fu compìto, il generale francese fece battere la carica e con le grida proprie alle truppe repubblicane si precipitò sulla mia linea; il fuoco della moschetteria cominciò, si protrasse a lungo molto nutrito, e i Napolitani diedero prova del miglior contegno.» Il corpo d’esercito fu così disimpegnato e condotto a salvamento dentro Orbetello — dove il Damas si fece curare una terribile ferita alla mascella riportata nel fitto dell’azione.

Lodi non minori egli tributò ai suoi uomini quando, promosso luogotenente generale dopo la caduta della Repubblica Partenopea — durante la quale aveva raggiunto la Corte a Palermo e preparato un piano di difesa della Sicilia — gli fu dato l’incarico di riordinare le milizie del Regno e d’intraprendere la marcia attraverso la Toscana per dar mano agli Austriaci — i quali intanto negoziavano la pace per loro proprio conto, senza comprendervi gli alleati napolitani!... La presa di Siena, la strenua resistenza opposta ai Cisalpini del generale Pino e la salvezza di quella legione furono dovute, dice il Damas, «allo zelo ed alla