Pagina:De Roberto - Documenti Umani.djvu/161

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tesori d'amore che avevo accumulato cupidamente in fondo all'anima, io volevo spenderli per lei, tutti in una volta, con la pazza prodigalità dell'avaro che guarisce del suo vizio! Io volevo darle tutto il mio sangue! confondere la mia vita nella sua! inabissare eternamente il mio essere nel suo!... O miseria! miseria!... Io dimenticavo di essere un uomo, una creatura materiale soggetta alle miserabili leggi della materia.... La mia fibra s'infiacchiva, la mia mente cominciava a smarrirsi, i miei ricordi a confondersi; io ero malato, malato di lei.... Mia moglie era messa a piangere in un cantuccio; io la lasciavo, per andarla a trovare.... Il mio bambino agonizzava; io lo lasciai per seguirla ancora.... A misura che il mio male cresceva, più imperioso si faceva il bisogno di lei.... Che cosa avrei fatto della salute, io che volevo annientarmi stringendola al mio petto, bevendo il suo profumo, suggendo il miele delle sue labbra? O miseria! io non potevo annichilirmi fra le sue braccia, io non potevo darle dell'amor mio sconfinato quell'unica dimostrazione adeguata!...

Il maestro Albani si era nuovamente lasciato cadere sulla seggiola, intanto che il Natali lavorava febbrilmente alla sua figura.

— Invece, i miei amici mi ammonivano, mi