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ermanno raeli. 125

spetto del più clemente cielo: egli amava Massimiliana, perchè ella era come l’aveva sognata; l’aveva amata unicamente fin dal primo momento che l’aveva vista ed ascoltata; intanto che ella aveva parlato, una voce interiore gli aveva detto: Eccola!... Quello che avrebbe dovuto fare, sarebbe stato questo: prenderla per mano, e andar via, dritto innanzi, cogli occhi al cielo dal quale ella scendeva... A sua volta, lo amava ella? Formidabile quistione, che egli non poteva risolvere perchè non osava approfondirla. Ella era veramente per lui qualche cosa di misterioso, di sacro: toccare un lembo della sua veste, la punta d’un suo dito, gli sarebbe parso un sacrilegio. Con la sua espressione nostalgicamente estranea al mondo circostante, con la sua figura vaporosamente leggiera, ella aveva dato forma al suo sogno, lo aveva prolungato nella realtà. Egli si era risvegliato il giorno in cui aveva incominciato a intravedere, dietro la spirituale figura, la creatura umana...

Ermanno Raeli aveva un bell’essersi trasfor-