Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
208 | ermanno raeli. |
di Massimiliana. Egli non aveva sostenuto nessuno sforzo su di sè stesso; le parole gli erano subito venute una dopo l’altra alle labbra, come l’unica, la necessaria espressione del suo pensiero; egli non era più stupito di aver parlato, soltanto la percezione del mondo circostante si era abolita dalla sua coscienza.
Dischiuso il libro che teneva ancora in mano, la signorina di Charmory vi aveva rifugiato lo sguardo. La precisa sensazione che ella provava in quell’istante, era di naufragare, in un mare tranquillo, sotto un sole ridente, dinnanzi alla riva; ma di naufragare senza speranza di aiuto, sentendo già l’acqua alla gola. Rapidamente, prima che ella avesse avuto il tempo di prevederla, di prepararvisi, l’ora temuta della prova ultima era suonata, e una mano di ferro le aveva stretto il cuore, e un soffio di morte le aveva inaridite le labbra. Come, come superarla?... «Sapevo,» disse con voce che si sentiva appena, «che questo momento sarebbe arrivato... la signora contessa mi aveva già detto...» Allora, con uno