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Pagina:De Roberto - Gli amori.djvu/105

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un giglio 95


— Sarà benissimo. Ma io ti dirò una cosa. Hai visto che Betsy porta sempre, di giorno e di notte, d’estate e d’inverno, a piedi e in carrozza, un sacco in mano? Or bene, costei m’ha sempre fatto l’effetto di quella vecchia che dipingono dietro a Giuditta, col sacco destinato alla testa d’Oloferne...

— Oh! Oh!...

— È un’idea stravagante; ma è più stravagante quella figura! Lasciamo andare. Dunque s’incomincia a discorrere, di tutto un po’. Da principio la va bene. Poi Donna Clara, al solito, mi fa centomila domande, una sopra l’altra, intorno a tutte le cose dell’universo. Io rispondo del mio meglio. Nota che dopo quarantacinque anni di studio, ella parla sempre quell’orribile francese che sai; aggiungi che io, da mia parte, mastico maluccio l’inglese: tira la somma, e capirai che il divertimento era abbastanza magro. Modena, Reggio, Parma: le stazioni sfilano una dopo l’altra, e sfilano contemporaneamente le domande di Donna Clara. Mio caro, io ho sempre sospettato che quella donna faccia la spia.

— Oh! Oh! Oh!

— Allora, di’ tu; che cosa fa? Sentiamo!...

— Ma non lo so!... Quel che fanno le altre, probabilmente nulla!

— Ma le altre non seccano la gente con quell’aria inquisitoria, con quella curiosità importuna, con quegli sguardi indiscreti che vi si ficcano in tasca e vi frugano sotto i panni! Poi, perchè diamine va sempre attorno, da Bologna a Parigi, da Roma a Dublino, da Ginevra a Vienna? Spia, forse ho detto male; ma, tu stesso lo supponesti una volta, dev’essere l’emissaria di qualche partito, di quelli che lavorano sott’acqua: dei nihilisti o dei gesuiti...

— Il diavolo o l’acqua santa!

— Che vuoi ch’io sappia! Ma torniamo al nostro viaggio. Continuano le interrogazioni: vuol sapere quanto starò a Milano, che cosa vado a farci, perchè lascio Bologna, che cosa ci ho fatto, se ci tornerò, quando ci tornerò, che gente ho visto, perchè sono