Pagina:De Roberto - Gli amori.djvu/194

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e degne di fede che avevano avuto rapporti con lei: il barone di Caggiano, il generale Crozio, don Ferdinando, il direttore del Vesuvio, Debiase, tutta Napoli morigerata, castigata e timorata; i rispettabili padri di famiglia, i nonni severi, gli zii scrupolosi, i moralisti, puristi, idealisti che hanno seppellito il mio dramma!... Imagina come rimasi! Io potevo benissimo lasciare che lo scandalo scoppiasse; ma tutta questa gente che la mercenaria inferocita per vedersi mancare il pane trascinava nel suo fango e metteva alla berlina, mi fece tanta pena che volli vedere di trovare un riparo. Mandato a chiamare la baronessa, le tenni un discorso per persuaderla a desistere. Desistere? Ella era pronta; ma prima voleva essere indennizzata! Voleva cinque mila lire di danni-interessi; e diceva di essere discreta! Era una specie di ricatto; ma in qual altro modo rimediare? Con belle maniere, parlandole delle difficoltà della causa, consigliandole d’evitare il chiasso nel suo stesso interesse, ottenni che avrebbe desistito contro il pagamento di due mila lire. Allora andai io stesso dal Caggiano, da quel signore che m’ha tolto il saluto, e gli spiegai il pericolo dal quale egli e tutti quegli altri erano minacciati. Costoro già si videro, con l’imaginazione, in pretura, dinanzi a un pubblico di maligni sorridenti ed ammiccanti, attestare che la baronessa non aveva dato loro... nessun regalo; già videro i giornali pieni di relazioni dell’udienza, udirono i clamori dello sdegno, del disprezzo, il coro delle risa sardoniche; pensarono alla virtù delle loro mogli, all’innocenza delle loro figliuole, alla severità dei loro amici, e si tennero perduti. Allora mi si messero a tremare dinanzi perchè io li salvassi! E udendo che bastava pagare, furono felici di cavarsela con qualche biglietto da cento. Dirti gli scorporati ringraziamenti che mi prodigarono per avere evitato lo scandalo, non è possibile. E stasera li ho io scandalizzati! Ah! Ah! Non è bello? Non è grande? Ah! Ah! Ah!...